La Bicicletta Primitivi veicoli a due ruote propulsi dall'azione dei piedi
erano comunque diffusi già nella seconda metà del XVIII secolo. Nel 1790 il
francese De Sivrac realizzò il "celerifero", privo di manubrio,
consistente in una trave di legno alla quale erano fissate le ruote; La bicicletta moderna Oggi esistono biciclette di dimensioni e caratteristiche
variabili, che si adattano alla taglia e alle esigenze di diversi ciclisti: si
va dalle biciclette da città, a quelle da corsa, alle più recenti mountain
bike, particolarmente adatte alle forti pendenze e ai percorsi fuori strada. La
struttura essenziale della bicicletta, comune a tutti i modelli, prevede un
telaio metallico su cui sono innestati il sellino e le ruote (quella posteriore
fissa, quella anteriore generalmente rimovibile); la sezione del tubo e il
materiale di cui è costituito il telaio sono variabili: nelle mountain bike, ad
esempio, il tubo è di gran lunga più spesso e resistente che nelle biciclette
da corsa, a cui sono richieste doti di agilità e leggerezza. Anche la struttura
delle ruote varia molto da modello a modello: sottili quelle da corsa, con un
copertone liscio che rende minimo l'attrito con il suolo, larghe e profondamente
incise quelle di una mountain bike, che deve far presa su terreni impervi. Sul
manubrio si trovano i comandi per i freni, che nella maggior parte dei casi sono
a ceppi, agenti sui cerchioni di entrambe le ruote; sempre più rari sono i
freni a contropedale, che si azionano invertendo il senso di rotazione dei
pedali. Le prime biciclette da
mountain bike furono costruite adattando per l'uso delle Schwinn modello
Excelsior del 1930. Nel 1974 nacquero le prime mountain bike moderne grazie
all'intuito dell'americano Gary Fisher che rielaborò la geometria dell'Excelsior
rendendone più essenziale la linea e più efficaci cambio e freni. Nella
seconda metà degli anni Settanta Joe Breeze creò un modello originale
costruendo con la stessa geometria dell'Excelsior un nuovo telaio in acciaio
molto più leggero (oggi più spesso vengono costruite in alluminio, titanio e
fibre di carbonio). Negli anni Ottanta i costruttori giapponesi introdussero
l'indicizzazione, cioè il cambio a posizioni preselezionate. La denominazione
con cui gli italiani conobbero la mountain bike fu Rampichino, nome che la
Cinelli, azienda produttrice di biciclette, volle dare alla sua linea di
mountain bike.
Veicolo
costituito da due ruote fissate a un telaio, controllato da un manubrio e mosso
da un dispositivo composto da pedali e ingranaggi azionati dalla forza
muscolare. Il nome moderno "bicicletta" risale al 1861, quando i
francesi H. e P. Michaux idearono un veicolo, detto "velocipede",
provvisto di pedali collegati alla ruota anteriore e di due ruote di dimensioni
quasi uguali.
il guidatore sedeva su un cuscino posto sulla trave e muoveva il mezzo
spingendolo con i piedi contro il suolo. Nel 1818 il tedesco K.F. Drais von
Sauerbronn progettò la "draisina" (dal nome del suo inventore), primo
veicolo a due ruote dotato di un manubrio imperniato sul telaio, che permetteva
di sterzare variando la direzione di marcia.
Ulteriori miglioramenti vennero apportati da inventori francesi, tedeschi e
inglesi, ma il diretto precursore della moderna bicicletta fu comunque il
velocipede francese Michaux, che divenne popolare in Francia: il telaio e le
ruote erano di legno, i cerchioni di ferro e i pedali erano fissati al mozzo
della ruota anteriore, un po' più grande di quella posteriore.
Negli anni che seguirono furono apportate modifiche sostanziali: vennero
introdotti le ruote uguali (1870), la trasmissione posteriore con catena (1874),
i primi pneumatici (1889), i cuscinetti a sfere (1890), che riducevano
notevolmente lo sforzo muscolare per la propulsione e, infine, all'inizio del XX
secolo, i freni. Attualmente, soprattutto per le biciclette da corsa (Vedi
Ciclismo) si usano materiali speciali quali
titanio e fibre di carbonio, ruote a struttura lenticolare, manubri a
impugnatura centrale, cambio a dieci velocità, freni manuali e stretti
pneumatici ad alta pressione.Dopo
un periodo di declino dovuto alla massiccia motorizzazione, la bicicletta ebbe
un ritorno di popolarità. Negli anni Sessanta e Settanta, quando l'inquinamento
atmosferico causato dalle emissioni dei tubi di scarico delle automobili,
accrebbe la preoccupazione per la salute pubblica, in diverse città vennero
predisposte piste ciclabili e la bicicletta divenne il mezzo di trasporto più
pratico ed economico per spostarsi nel traffico urbano.
La bicicletta conosce oggi un ritorno di popolarità come mezzo di trasporto da
città agile ed economico, e come strumento sportivo. In alcune città d'Europa
l'uso urbano della bicicletta viene incoraggiato con la creazione di piste
ciclabili che riducono i rischi della circolazione nel traffico. Il pericolo di
incidenti e l'inquinamento atmosferico causato dalle emissioni dei tubi di
scarico delle automobili, a cui i ciclisti urbani sono particolarmente esposti,
costituiscono ancora un forte deterrente all'uso della bicicletta in città. La rotazione
delle pedivelle, a cui i pedali sono attaccati, viene trasmessa alla catena
attraverso una corona dentata detta moltiplica; la catena a sua volta trasmette
il moto di rotazione alla ruota posteriore attraverso un rocchetto dentato. Oggi
la maggior parte delle biciclette dispone di un meccanismo che varia la corsa
dei pedali permettendo il cambio di velocità: tramite una leva posta sul
manubrio o sulla canna del telaio, si seleziona una delle moltipliche
disponibili in combinazione con una delle corone dentate posteriori, riducendo o
aumentando la corsa dei pedali a seconda della pendenza del percorso. I modelli
più sofisticati di biciclette da corsa vengono realizzati con
materiali superleggeri come il titanio e le fibre di carbonio, con ruote a
struttura lenticolare, manubri a impugnatura centrale, freni manuali e
pneumatici sottili ad alta pressione. Parafanghi, portapacchi, fanali e
campanello sono invece alcuni degli accessori di cui sono dotati i modelli più
comuni di biciclette da turismo.
Diffuse
soprattutto tra i giovani sono le cosiddette "mountain-bike",
biciclette con grossi pneumatici scolpiti, telaio più robusto e un numero di
rapporti superiore alla norma, particolarmente adatte a percorsi fuori strada.
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